VERONA – Un’indagine condotta dalla Guardia di finanza di Reggio Emilia ha portato alla luce una rete di corruzione che coinvolge funzionari pubblici e un noto imprenditore nel settore dello smaltimento rifiuti. Due persone sono attualmente sotto inchiesta per il loro ruolo in presunti appalti truccati a Verona, in un caso che sta scuotendo la regione.

Ennio Cozzolotto, direttore di Amia, e un suo stretto collaboratore sono i principali indagati nell’operazione denominata “Operazione Leonida”. Le accuse comprendono l’assegnazione diretta di appalti pubblici a Ecologia soluzione ambiente Spa, una società di Reggio, di cui è socio unico e presidente del Cda l’imprenditore ora agli arresti domiciliari.

L’inchiesta ha rivelato che gli appalti erano spesso garantiti attraverso l’offerta di vantaggi personali, tra cui ospitalità lussuosa, escort e regali costosi, configurando una grave violazione delle procedure amministrative. Queste pratiche corruttive avevano l’obiettivo di influenzare l’esito delle gare d’appalto, favorendo l’azienda reggiana nei settori chiave come Toscana, Veneto e Lombardia.

La Guardia di finanza ha eseguito perquisizioni nelle abitazioni e negli uffici dei due principali indagati, trovando prove che collegano ulteriormente i funzionari pubblici e l’imprenditore a questo schema corruttivo. Oltre alla corruzione, all’imprenditore è stato attribuito il reato di sfruttamento della prostituzione per aver usato le escort come strumento di corruzione.

In totale, sono dieci le persone indagate in questo intricato caso di appalti truccati, con cinque misure cautelari già state applicate. Questo scandalo solleva seri interrogativi sulla trasparenza e l’integrità dei processi di appalto pubblico, con implicazioni che potrebbero estendersi ben oltre i confini di Verona.