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Addio superbonus, impatto profondo su famiglie e settore edilizio

Governo Meloni punta alla fine dell'incentivo, architetti in allarme

L’annuncio del Governo Meloni di porre fine al Superbonus ha scatenato un’ondata di preoccupazioni tra gli architetti veronesi, che vedono nella decisione una minaccia diretta alle famiglie italiane e all’intera filiera dell’edilizia. La misura, che ha rappresentato un pilastro per la riqualificazione energetica degli edifici e per il rilancio del settore edile, viene considerata ora come una “tegola” per l’economia domestica e professionale.

Il Ministro Giorgetti punta al taglio

Il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, ha espresso l’intenzione di “chiudere definitivamente” l’era del Superbonus entro il 2023. L’obiettivo è arginare quella che è stata definita un'”eccessiva generosità” della misura, ritenuta insostenibile per le finanze pubbliche nel lungo termine. La decisione prevede la rimozione di agevolazioni quali sconti in fattura e cessioni del credito, oltre alla fine delle correzioni ai piani di lavoro precedentemente consentite.

Reazioni dal mondo professionale

Matteo Faustini, presidente dell’Ordine degli Architetti di Verona, ha messo in evidenza come questa mossa del Governo aggravi ulteriormente la situazione di un settore già provato da cambiamenti normativi continui e da una crescente crisi di liquidità. La fine del Superbonus, secondo Faustini, non solo complicherà la vita delle famiglie a basso reddito, ma rallenterà anche il processo di riqualificazione energetica degli edifici, con ripercussioni negative sull’ambiente e sull’economia del paese.

Effetti sul mercato e sull’occupazione

L’interruzione del Superbonus è prevista avere conseguenze significative sul mercato edile, con una stima di riduzione del 30% dei cantieri aperti nel 2024. Le implicazioni occupazionali sono altrettanto gravi, con la prospettiva di perdere fino a 100.000 posti di lavoro nel settore ed una possibile contrazione dello 0,4% del Pil italiano. Questa mossa rischia di frenare non solo l’avanzamento verso gli obiettivi di autonomia energetica del paese ma anche di mettere in crisi il tessuto sociale, colpendo le famiglie meno abbienti.

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