Un team di ricerca guidato dall’Università di Verona ha pubblicato uno studio fondamentale che getta nuova luce sulla progressione della sclerosi multipla (SM). La ricerca, apparsa su Annals of Neurology, è stata diretta dal professor Massimiliano Calabrese, a capo del Centro regionale ad alta specializzazione per la SM di Verona, e ha coinvolto oltre 20 centri europei di punta nel campo.
La sclerosi multipla è una malattia autoimmunitaria che colpisce prevalentemente giovani adulti e rappresenta la seconda causa di invalidità in questa fascia d’età, subito dopo gli incidenti stradali. Caratterizzata da una serie di ricadute neurologiche che possono incidere su vista, mobilità, sensibilità ed equilibrio, la SM presenta anche periodi di remissione durante i quali, nonostante un’apparente benessere, la malattia continua a progredire silenziosamente. Questo studio si è concentrato proprio sulla comprensione di questa progressione insidiosa e su come essa può essere diagnosticata e trattata efficacemente prima che i danni al sistema nervoso diventino irreversibili.
Il professor Calabrese ha spiegato che l’obiettivo principale del progetto era quello di definire le basi neuropatologiche, immunologiche e radiologiche della progressione della SM. “Riunire i massimi esperti a livello internazionale ci ha permesso di creare una base scientifica robusta per le future ricerche e le applicazioni cliniche,” ha affermato Calabrese.
Il Centro di Verona, situato nel dipartimento di neuroscienze, biomedicina e movimento dell’università, gestisce oltre 2.000 pazienti e partecipa a numerosi studi clinici internazionali. Con più di 250 pubblicazioni in prestigiose riviste internazionali, il centro si conferma un leader nella ricerca sulla SM.
La ricerca ha portato a identificare potenziali biomarcatori che potrebbero prevedere lo sviluppo della malattia, un passo avanti cruciale per interventi precoce e più efficaci. Questo progresso rappresenta un importante riferimento per la comunità scientifica e medica nel trattamento della sclerosi multipla, offrendo speranza di migliorare significativamente la qualità di vita dei pazienti.