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Azione collettiva al V-TServices: una giornata di sciopero per rivendicare i diritti dei lavoratori

Il personale di V-TServices manifesta contro le decisioni di Unicredit e IBM: una battaglia per la professionalità e i posti di lavoro

In data odierna, 28 marzo, si registra una mobilitazione collettiva da parte del personale di V-TServices, rinomata corporazione nel settore dell’information technology specializzata nella gestione delle infrastrutture e dei servizi IT per Unicredit. Questo atto di protesta, promosso dalle organizzazioni sindacali Fisac Cgil e Fabi, rappresenta l’apice di una catena di azioni rivendicative, inclusi il rifiuto di effettuare ore di straordinario e l’indisponibilità per turni di reperibilità. Lo scopo dello sciopero è di lanciare un messaggio chiaro verso il prestigioso gruppo bancario Unicredit, il quale, a seguito della conclusione dell’accordo con IBM, ha deciso di reintegrare internamente le attività precedentemente esternalizzate, escludendo però il ricollocamento del personale di V-TServices. Questa decisione minaccia seriamente l’integrità dell’azienda e rischia di disperdere un valore professionale accumulato nel corso degli ultimi dieci anni, nonché numerose posizioni lavorative.

L’importante polo operativo di V-TServices si trova a Bassona, Verona, e costituisce uno dei più significativi centri di operatività a livello nazionale ed europeo, forte di un organico di circa 200 esperti. A questi si aggiungono altri 200 professionisti distribuiti in varie sedi minori sul territorio italiano. La nascita di V-TServices nel 2013 fu il risultato dell’esternalizzazione dei servizi IT e del personale diretto da Unicredit, integrati in un consorzio temporaneo di impresa detenuto parzialmente dalla banca (49%) e da IBM (51%). L’accordo, della durata di dieci anni, ha sempre visto Unicredit in una posizione di rilievo, essendo il principale cliente dell’azienda. Con la prossima scadenza del contratto di servizio, il futuro dei dipendenti di V-TServices appare incerto, dato il piano di Unicredit di reinternalizzare tali servizi, sottraendo di fatto opportunità lavorative all’azienda.

I sindacati esprimono una visione critica sia verso l’esternalizzazione iniziale sia verso l’attuale strategia di Unicredit, sottolineando come tale manovra sollevi questioni precedentemente anticipate e testimoni una mancanza di lungimiranza, mettendo a rischio un patrimonio di competenze e valore economico fondamentale non solo per la banca ma per l’intera comunità. Piernicola Pisani, segretario generale della Fisac Cgil Verona, ha enfatizzato l’importanza di una riorganizzazione che non trascuri l’essenziale mantenimento e sviluppo dell’infrastruttura IT, cruciale per qualsiasi futuro progresso dell’istituto.

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