È ufficialmente iniziata la stagione dei funghi in Veneto, favorita dal mix di piogge e temperature miti. Nei boschi del Cansiglio, Altopiano di Asiago, Monte Grappa, Nevegal e Dolomiti Bellunesi si registra una nascita eccezionale di porcini, finferli e altre varietà pregiate.
A segnalarlo è Coldiretti Veneto, che insieme a Federforeste ha diffuso un vademecum “acchiappa funghi” per promuovere una raccolta sicura e rispettosa della natura.
La tradizione e il valore economico della raccolta
Per Coldiretti, la ricerca dei funghi è una tradizione radicata nelle montagne venete e può rappresentare anche un’integrazione economica per molte famiglie. Oltre al valore ricreativo, questa attività alimenta filiere locali, mercati, ristorazione e sagre tradizionali, rafforzando l’economia delle aree montane.
Le regole d’oro per i cercatori di funghi
Il vademecum Coldiretti-Federforeste ricorda alcune norme fondamentali:
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Scegliere percorsi adeguati alle proprie condizioni fisiche, evitando itinerari troppo impegnativi.
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Informare qualcuno sul luogo dell’escursione e, se possibile, andare in compagnia.
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Verificare il meteo per evitare rischi legati ai temporali estivi.
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Indossare abbigliamento tecnico: scarponi con suola scolpita, capi a strati e zaino con l’essenziale.
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Raccogliere solo funghi sicuri e rivolgersi al servizio micologico dell’ULSS in caso di dubbi.
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Non distruggere le specie sconosciute e non danneggiare la vegetazione.
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Informarsi sulle normative locali: in molte zone è richiesto un tesserino o permesso.
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Evitare rastrelli e uncini, che danneggiano il micelio e compromettono la riproduzione.
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Pulire i funghi sul posto e trasportarli in cestini rigidi e areati, mai in plastica.
Sanzioni per chi non rispetta le regole
Il mancato rispetto delle norme può comportare multe salate e sequestro del raccolto. Secondo Coldiretti, il Veneto è uno dei territori italiani più vocati alla raccolta dei funghi, grazie alla sua ricca biodiversità forestale.
Un raccolto influenzato dal clima
La stagione 2025, definita da Coldiretti “anomala ma generosa”, conferma come la nascita dei funghi sia sempre più legata ai microclimi locali e non più ai soli schemi stagionali tradizionali, un cambiamento attribuito agli effetti del cambiamento climatico.