Sanità pubblica in crisi: Ulss 9 invita i pazienti a rivolgersi al privato

La denuncia del Partito Democratico sul caso di un paziente a Verona riaccende il dibattito sul progressivo ridimensionamento dei servizi pubblici.

Il tema della sanità pubblica torna al centro del dibattito politico. Secondo una denuncia avanzata da tre esponenti del Partito Democratico veneto – Anna Maria Bigon, Francesca Zottis e Chiara Luisetto – un paziente dell’Ulss 9 Scaligera ha ricevuto una relazione medica in cui veniva esplicitamente consigliato di rivolgersi a un centro privato per la riabilitazione. Il motivo indicato dal medico? “Le terapie fisiche non sono più erogabili tramite i Livelli Essenziali di Assistenza (LEA)”, come riportato nel comunicato delle esponenti dem.

Denuncia politica e interrogazione regionale

Le tre consigliere regionali hanno definito l’episodio un “emblematico segnale della crisi della sanità pubblica” e hanno immediatamente presentato un’interrogazione alla Giunta del Veneto per richiedere chiarimenti. Nella loro nota, Bigon, Zottis e Luisetto hanno sottolineato come l’insufficienza di risorse nel settore pubblico stia portando a una progressiva privatizzazione dei servizi essenziali, con il rischio di compromettere la sanità accessibile per tutti i cittadini.

“Questo caso dimostra l’incapacità del sistema sanitario pubblico di garantire prestazioni fondamentali,” hanno dichiarato le rappresentanti del Pd. Hanno inoltre puntato il dito contro il presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, accusandolo di vantarsi di presunte eccellenze sanitarie regionali, nonostante i chiari segnali di crisi e il crescente spostamento verso il privato.

Le questioni sollevate dal Pd

Nell’interrogazione regionale, il Partito Democratico ha posto domande specifiche alla Giunta:

  1. Perché le terapie fisiche non rientrano più nei LEA?
  2. Quali sono le motivazioni per cui un ente sanitario pubblico invita i pazienti a rivolgersi a strutture private per servizi riabilitativi?

Secondo le tre consigliere, questa situazione evidenzia le profonde contraddizioni del sistema sanitario veneto, in cui la carenza di risorse e l’aumento della domanda non trovano una risposta adeguata da parte del settore pubblico.

L’allarme sulla privatizzazione dei servizi

Il caso del paziente veronese rappresenta, per il Pd, un chiaro esempio del processo di privatizzazione in atto nella sanità pubblica, con conseguenze preoccupanti per l’accessibilità e l’equità dei servizi sanitari. “Se il pubblico abdica a favore del privato, quale sarà il destino della sanità accessibile a tutti?”, si chiedono le tre rappresentanti, sottolineando il rischio di un sistema sempre meno inclusivo e alla portata dei cittadini meno abbienti.

Questo episodio, che si inserisce in un contesto più ampio di difficoltà e tagli alla sanità pubblica, riapre il dibattito su come garantire un sistema sanitario regionale efficiente e accessibile, mantenendo intatto il principio di equità che dovrebbe essere alla base del servizio pubblico.

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