Liste d’attesa in Veneto, Zaia annuncia un calo record ma scoppia la polemica

La Regione celebra il taglio delle attese sanitarie, ma l'opposizione e i cittadini denunciano gravi disservizi

Luca Zaia

Il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha dichiarato un “calo record” delle liste d’attesa sanitarie, ma l’annuncio ha scatenato un’ondata di critiche. Il Partito Democratico e molti cittadini denunciano una situazione molto diversa dalla narrazione ufficiale, tra attese ancora lunghe e rinunce alle cure.

Durante una conferenza stampa, Zaia ha presentato dati che parlano di un abbattimento significativo dei tempi di attesa per le prestazioni sanitarie, grazie a un piano straordinario attuato tra maggio 2023 e maggio 2025. Secondo le rilevazioni ufficiali, le prestazioni da erogare entro dieci giorni sarebbero passate da 502 a zero, mentre quelle entro 30 giorni sono scese da 82.211 a 2.202, registrando un calo dell’80% nel primo semestre 2025. Le prestazioni entro 60 giorni sono diminuite da 74.489 a 5.304, una riduzione del 93% rispetto ai picchi del 2023.

Zaia ha definito questi numeri “eccezionali”, attribuendo il merito al lavoro del personale sanitario e alla pianificazione regionale. L’assessora alla sanità, Manuela Lanzarin, ha affiancato il governatore nella presentazione, ribadendo l’impegno della Regione nell’affrontare una delle principali emergenze generate dalla pandemia.

Tuttavia, le reazioni dell’opposizione non si sono fatte attendere. Anna Maria Bigon, consigliera del Pd e vicepresidente della commissione sanità, ha accusato la Giunta di dipingere un quadro “falsato”. Secondo Bigon, molti cittadini denunciano ancora oggi tempi d’attesa di mesi, se non anni, per accedere a visite ed esami, con conseguente ricorso al privato. “Non prendete per fessi i cittadini del Veneto”, ha dichiarato, sottolineando come in molti casi gli sportelli CUP invitano a richiamare senza registrare le prenotazioni, rendendo invisibile il numero reale delle richieste.

Anche Alessio Albertini, vicesegretario del Pd veronese, ha criticato duramente le affermazioni del presidente Zaia, definendole una narrazione distorta e disconnessa dalla realtà vissuta dai cittadini. “Il 7,6% dei veneti rinuncia a curarsi per colpa di attese troppo lunghe o costi troppo alti”, ha ricordato, citando dati della Fondazione Gimbe. Albertini ha inoltre evidenziato come la carenza strutturale di medici, stimata in tremila unità solo in Veneto, sia ancora lontana da una soluzione.

A fare da eco alle denunce politiche sono centinaia di commenti comparsi sui social sotto ai post istituzionali. Molti utenti raccontano esperienze personali di mancato accesso alle cure e visite rimandate più volte, smentendo di fatto i numeri ufficiali. Le testimonianze riportano attese fino a due anni per alcune prestazioni diagnostiche, oltre a disagi legati a cancellazioni e impossibilità di prenotazione.

Il contrasto tra la narrazione ufficiale e la realtà percepita dagli utenti del sistema sanitario regionale rende evidente come la questione delle liste d’attesa rimanga ancora un tema centrale e controverso nel dibattito sulla sanità veneta. Mentre da un lato la Regione celebra i progressi ottenuti, dall’altro continua a crescere il malcontento di chi denuncia l’inadeguatezza delle soluzioni adottate.

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