Scontro tra Governo e Regione Veneto sulle liste d’attesa sanitarie

Paola Boscaini accusa il Veneto di scarsa trasparenza, l’assessore Lanzarin replica con i dati ufficiali: “Tutto speso e documentato”

Manuela Lanzarin

Le liste d’attesa sanitarie tornano al centro dello scontro politico tra Governo e Regioni. In particolare, il Veneto è finito sotto i riflettori dopo le dichiarazioni della deputata di Forza Italia Paola Boscaini, che ha criticato l’amministrazione regionale per presunte lacune nella trasparenza dei dati e nella spesa delle risorse statali destinate al settore.

“Anche in Veneto ci sono problemi sulle liste d’attesa” ha dichiarato Boscaini, evidenziando la mancanza di puntualità nei dati inviati a Roma e la mancata citazione del Veneto tra le “best practices” nazionali da parte del ministro della Salute Orazio Schillaci. L’intervento si inserisce nel contesto del decreto di febbraio che ha centralizzato il monitoraggio delle liste d’attesa in una piattaforma nazionale, decisa proprio per superare le inefficienze regionali.

Fondi nazionali, spesa e dubbi: i numeri di Boscaini

La deputata ha ricordato che al Veneto sono stati assegnati 41,5 milioni di euro nel 2024, divisi tra 23 milioni al servizio sanitario pubblico e 18,5 milioni ai privati convenzionati. Tuttavia, non risulterebbe chiaro se i fondi pubblici siano stati effettivamente utilizzati, mentre quelli del 2025 (45 milioni) “non sono ancora stati distribuiti”.

Inoltre, Boscaini ha sottolineato come la Regione abbia registrato un avanzo di cassa di 450 milioni di euro nel 2024, sollevando dubbi sull’effettiva volontà politica di investire efficacemente per ridurre le attese.

La replica di Lanzarin: “Tutto speso e già impegnato”

Durissima la risposta dell’assessore regionale alla Sanità Manuela Lanzarin, che ha accusato Boscaini di fare “demagogia politica sulla pelle dei pazienti” e ha smentito punto per punto le sue affermazioni. Lanzarin ha precisato che:

  • Nel 2023 sono stati spesi 29,1 milioni di euro per ridurre le attese;

  • Nel 2024 i 41,5 milioni assegnati sono già stati interamente utilizzati;

  • Nel 2025, tramite la delibera DGR 333 del 1° aprile, sono stati stanziati 42,3 milioni, suddivisi tra prestazioni aggiuntive (22,3 milioni) e acquisti da privati accreditati (20 milioni).

Inoltre, ha ricordato che nel 2022 erano stati utilizzati oltre 65 milioni, includendo risorse vincolate degli anni precedenti.

Avanzo di cassa o fondi vincolati?

Uno dei punti più controversi riguarda l’avanzo di cassa da 450 milioni di euro, definito da Lanzarin come un dato “falsato”. L’assessore ha spiegato che non si tratta di fondi liberi, ma di somme già impegnate per spese vincolate come contratti in corso, investimenti e prestazioni sanitarie. “Il Veneto è tra le poche Regioni con un bilancio in equilibrio – ha ribadito – e invia regolarmente i monitoraggi al Governo”.

Polemica aperta, cittadini nel mezzo

Il botta e risposta tra la parlamentare e l’assessore regionale mette in evidenza le criticità di una governance sanitaria frammentata, dove l’autonomia delle Regioni può entrare in conflitto con la necessità di standard nazionali. Al centro di questo scontro, tuttavia, restano i cittadini, costretti spesso ad attendere mesi per una visita o un esame, a fronte di finanziamenti che – secondo le parti – sarebbero già disponibili e utilizzati.

La sfida per i prossimi mesi sarà proprio quella di verificare la reale efficacia delle misure messe in campo, attraverso controlli trasparenti, dati aggiornati e una collaborazione istituzionale più solida.

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