Matteo Renzi non le manda a dire e dal Vinitaly di Verona lancia un attacco frontale al governo Meloni, alla Lega e alla gestione della crisi legata ai dazi Usa, che minacciano le esportazioni italiane, in particolare quelle vitivinicole. In un punto stampa ricco di spunti polemici e proposte concrete, l’ex premier ha messo in evidenza le sue perplessità sull’approccio dell’esecutivo, definendo la presidente del Consiglio “più influencer che politica” e accusando Matteo Salvini di fare danni al settore.
I dazi Usa e il “racconto italiano” su Meloni
Renzi ha ironizzato sulla narrativa secondo cui Meloni avrebbe dovuto risolvere la questione dei dazi con gli Stati Uniti, sottolineando che, dopo mesi di attesa, non è nemmeno stata ricevuta da Donald Trump. “A Trump della Meloni interessa zero”, ha affermato, spiegando che le vere trattative stanno già avvenendo dietro le quinte tra gli ‘sherpa’ diplomatici dell’Unione Europea e degli USA, e che l’eventuale accordo sarà frutto di questi negoziati, non di un’iniziativa personale della premier.
Salvini, i dazi e il vino
Più diretto l’attacco a Matteo Salvini, accusato di aver definito i dazi un’opportunità. “Chi fa male al vino è gente come Salvini”, ha affermato Renzi, ironizzando sulla sua assenza dal Vinitaly e aggiungendo che se fosse entrato in fiera sostenendo quella posizione, “lo rincorrevano con una Magnum da tre litri”. Un modo per sottolineare l’assurdità, secondo Renzi, di una visione che minimizza l’impatto negativo dei dazi sulle imprese italiane.
Le proposte: Industria 5.0, credito d’imposta e PNRR
Renzi non si è limitato alle critiche, ma ha avanzato quattro misure concrete che, a suo dire, il governo dovrebbe attuare con urgenza:
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Snellimento della burocrazia, per alleggerire il carico amministrativo sulle imprese;
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Sostegno all’energia, per aiutare le aziende a far fronte all’aumento dei costi;
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Aiuti di Stato attraverso il credito d’imposta, una misura anticiclica a favore dell’export;
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Revisione dei progetti del PNRR, per adattarli alle nuove priorità economiche.
Ha inoltre invitato la premier a rilanciare il piano Industria 5.0, cancellando le “follie astruse” del ministro Urso, e a investire sul rientro dei cervelli dall’estero, come parte di una strategia industriale moderna e competitiva.
Critiche al clima politico
Renzi ha anche denunciato un clima politico polarizzato e poco orientato al bene comune: “Mi piacerebbe una presidente del Consiglio che dicesse: tutti insieme aiutiamo le imprese, poi ognuno vota per chi vuole. Invece vedo solo odio ideologico”.
Secondo il leader di Italia Viva, la mancanza di una leadership efficace sta aggravando le difficoltà del tessuto produttivo italiano in un momento di forte incertezza economica e geopolitica.