La tragica conta delle vittime sul lavoro non si arresta in Veneto. Nelle ultime ore, due giovani hanno perso la vita e un altro è ricoverato in condizioni critiche. Questi episodi si aggiungono a un bilancio allarmante: tra il 2019 e il 2023, 422 lavoratori hanno perso la vita nella regione.
Di fronte a questa drammatica situazione, le dichiarazioni di circostanza e le espressioni di cordoglio non bastano più. È necessario un intervento concreto per fermare questa strage silenziosa. Per questo motivo, si rende urgente aprire un confronto in Consiglio regionale, partendo dalla proposta di legge già presentata nei mesi scorsi per garantire maggiore tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro.
A evidenziare la gravità della situazione è Vanessa Camani, capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale, che sottolinea: “Dobbiamo comprendere fino in fondo cosa non sta funzionando nel nostro sistema. È evidente la carenza di personale negli Spisal, ma il problema è più profondo: riguarda l’intera organizzazione del lavoro, che oggi si dimostra incapace di prevenire tragedie di questa portata”.
I dati Inail 2023 dipingono un quadro ancora più preoccupante: le denunce per malattie professionali sono in crescita costante, passando da 3.416 nel 2021 a 4.626 nel 2023. Questo dimostra che, oltre ai decessi per incidenti, esiste una crisi sanitaria che non può più essere ignorata.
Serve responsabilità collettiva e azioni concrete
“Ciò che manca troppo spesso è un’assunzione di responsabilità collettiva. Questo tema deve essere al centro dell’agenda politica e istituzionale. La Regione, con la Giunta e il Consiglio, deve dimostrare determinazione per invertire questa rotta disastrosa”, conclude Camani.
Di fronte a numeri così drammatici, non è più tempo di attendere. La sicurezza sul lavoro deve diventare una priorità assoluta per evitare che questa strage continui indisturbata.