Verona in crisi per la carenza di infermieri: turn-over fermo dal Covid e rischio fuga

A Verona si registra una grave mancanza di infermieri nelle strutture pubbliche, con circa 200 professionisti necessari solo per l’Azienda Ospedaliera

infermiere

La carenza di infermieri a Verona sta assumendo dimensioni allarmanti, minacciando il già fragile equilibrio delle strutture sanitarie pubbliche della città. Con una carenza di circa 200 infermieri nell’Azienda Ospedaliera e un turnover bloccato dall’inizio della pandemia, il sistema sanitario veronese si trova ora a fare i conti con un esodo sempre più massiccio verso strutture private e contesti esteri. Nursind Verona, il sindacato provinciale degli infermieri, denuncia una situazione ormai insostenibile, sottolineando che la re-internalizzazione dei servizi, come l’assistenza domiciliare e i centri sanitari, ha ulteriormente aggravato il problema. Con le assunzioni bloccate dal periodo Covid, le strutture pubbliche si trovano a livelli di personale inferiori a quelli necessari, soprattutto considerando i recenti aumenti nei posti letto e la maggiore domanda di assistenza.

Condizioni economiche e fuga dal settore pubblico

Uno dei problemi centrali, evidenziato anche dal Nursind, riguarda la disparità salariale tra il settore pubblico e quello privato. Gli infermieri italiani sono tra i meno pagati d’Europa: mentre un infermiere dipendente nel pubblico percepisce uno stipendio medio di circa 2.000 euro, i liberi professionisti possono arrivare a guadagnare 50-55 euro all’ora in contesti specializzati come le sale operatorie, raggiungendo guadagni mensili che sfiorano i 4.000 euro. Anche i recenti aumenti contrattuali, con un’indennità specifica di soli 7 euro netti al mese prevista per il 2025 e un incremento di circa 60 euro dal 2026, sono giudicati insufficienti dai sindacati per arginare il flusso di personale verso il privato.

La scarsa appetibilità della professione si riflette anche nel calo delle iscrizioni alla facoltà di Infermieristica, in cui la bassa prospettiva di carriera e l’inadeguata retribuzione contribuiscono a ridurre il numero di nuovi infermieri qualificati. In assenza di interventi significativi, si prevede che entro il 2029 Verona e il Veneto possano avere tra i 3.000 e gli 8.000 infermieri in meno rispetto alle necessità.

Rischio importazione di personale straniero

Alcuni sostengono che una delle soluzioni temporanee potrebbe essere l’assunzione di infermieri stranieri, ma Nursind Verona avverte che ciò potrebbe non risolvere il problema. In molti Paesi esteri, infatti, i requisiti formativi per la professione infermieristica non sono equipollenti a quelli italiani, rischiando di portare a un calo degli standard di cura. La mancanza di personale qualificato viene percepita dal sindacato come una minaccia alla qualità del servizio offerto ai cittadini, in un momento storico in cui il sistema sanitario pubblico necessita di soluzioni concrete e strutturali.

La situazione nell’Ulss 9 Scaligera

La situazione è altrettanto complessa per l’Ulss 9 Scaligera, che durante la pandemia aveva assunto circa 700 tra infermieri e operatori socio-sanitari per far fronte all’emergenza sanitaria, senza però proseguire le assunzioni dopo quel periodo. Con la reinternalizzazione di servizi come il Cerris, il centro di assistenza residenziale, e la Rems (la Residenza per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza) di Nogara, il fabbisogno di personale è aumentato, ma il blocco del turnover ha lasciato la struttura sanitaria a livelli prepandemici, quindi sottodimensionati per rispondere alle esigenze attuali.

Verso una soluzione: aumenti salariali e incentivi

Per affrontare la crisi di personale, Nursind Verona richiede interventi mirati, come un aumento salariale di almeno 500 euro netti al mese per colmare il divario rispetto ai colleghi europei, nonché incentivi che rendano la professione infermieristica più appetibile. Solo un adeguamento retributivo, unitamente a politiche di incentivo per i giovani, potrà garantire che i nuovi infermieri vedano nel settore pubblico una carriera solida e remunerativa, limitando il fenomeno della fuga verso l’estero o verso incarichi privati.

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