Il decreto ministeriale del 24 gennaio ha dato impulso a questa crescita, con diverse realtà locali pronte a sfruttare risorse rinnovabili per garantire energia sostenibile e a basso costo.
La diffusione delle Cer nel Veronese
La geografia energetica del Veronese si è rapidamente trasformata grazie alla nascita di circa quindici comunità energetiche, coinvolgendo non solo i Comuni, ma anche parrocchie, imprese, enti del terzo settore e comitati di cittadini. L’obiettivo comune è quello di produrre energia localmente e consumarla insieme, in particolare attraverso impianti fotovoltaici installati su edifici pubblici, come scuole, capannoni e impianti sportivi. Questo approccio consente di generare energia “dal basso” e di ridurre significativamente i costi.
Progetti come quelli di Cazzano di Tramigna, Caldiero, San Giovanni Ilarione e Ronco all’Adige stanno già prendendo forma, con diverse fasi di avanzamento e finanziamenti ottenuti da bandi statali, regionali e locali. Ad esempio, il Comune di Caldiero, insieme a diversi partner, ha attivato quattro impianti fotovoltaici che forniranno circa 100 chilowatt di energia.
Progetti in fase di sviluppo e finanziamenti
Le Cer non si limitano solo alla parte orientale della provincia: progetti sono in corso anche a Povegliano, Valeggio e altre località della parte ovest. Il progetto “Gocce di Comunità” a Povegliano è sostenuto da un contributo di 60mila euro dalla Fondazione Cariverona, mentre il Comune di San Giovanni Ilarione ha ricevuto 30mila euro dall’Agenzia veneta per i pagamenti (Avepa) per avviare la sua Cer.
Anche Verona capoluogo sta diventando un esempio per la regione, con la prima Cer avviata nei quartieri di Borgo Venezia, Borgo Trieste e altre zone limitrofe. Questo progetto coinvolge diversi attori e mira a creare una rete locale per la produzione e il consumo condiviso di energia rinnovabile.
I vantaggi economici delle Cer
Per i cittadini e le comunità che aderiscono a una Comunità energetica rinnovabile, i benefici economici sono significativi. Il costo medio di un megawattora prodotto in una Cer è inferiore di almeno un terzo rispetto a quello dell’energia fornita dalle reti convenzionali. Mentre il prezzo del megawattora nel sistema tradizionale varia tra i 100 e i 150 euro, nelle Cer il costo è compreso tra i 60 e i 100 euro. Durante la crisi energetica del 2022, quando i prezzi dell’energia sul mercato sono saliti a oltre 400 euro per megawattora, le Cer hanno continuato a offrire tariffe stabili e convenienti, proteggendo i loro membri dagli aumenti dei costi.
Gabriele Nicolis, presidente di WeForGreen, ha sottolineato che l’adesione a una Cer non è solo una scelta economica, ma un modo per promuovere una visione collaborativa e sostenibile della produzione energetica. I ricavi derivanti dalla vendita di energia non consumata possono essere devoluti a progetti sociali locali, come scuole o associazioni di volontariato, generando un impatto positivo sulla comunità.
Prospettive future e impatto sociale
Le Cer in fase di elaborazione non si limitano solo a ridurre i costi energetici, ma mirano anche a creare un impatto sociale positivo. Molti dei progetti in corso intendono reinvestire i guadagni della vendita dell’energia in iniziative sociali, come il supporto a scuole locali o l’assistenza a famiglie in difficoltà economiche. Questo approccio crea un ritorno indiretto per l’intera comunità, dimostrando che le Cer non sono solo un’opportunità economica, ma anche un modo per migliorare la qualità della vita nelle aree in cui operano.