Luca Zaia, presidente della Regione Veneto, ha scelto una via di dialogo per affrontare le perplessità espresse dalla Conferenza episcopale italiana (Cei) riguardo all’autonomia differenziata. Anziché entrare in conflitto diretto, Zaia invita i vescovi a un confronto approfondito sulle ragioni a favore di questa riforma. Il governatore si è detto disposto a partecipare a un “question time a porte chiuse” per chiarire eventuali dubbi e illustrare i benefici del progetto.
Zaia sottolinea l’importanza di ascoltare “entrambe le campane”, offrendo la sua piena disponibilità al dialogo. Ritiene essenziale che la Cei possa consultare esperti, tra cui costituzionalisti e fiscalisti, per comprendere meglio il testo legislativo. Secondo lui, molte delle critiche derivano da una lettura superficiale della legge, che in realtà garantirebbe solidarietà e sussidiarietà, elementi centrali per un progetto che considera unitario.
Il presidente ha inoltre respinto l’idea che l’autonomia differenziata possa portare a una divisione tra cattolici “buoni” e “cattivi” o a una sorta di “Far West” istituzionale. Zaia invita a superare tali stereotipi e a valutare il testo nel suo complesso, per comprendere che il termine “differenziata” non implica privilegi, ma una possibilità estesa a tutte le regioni di chiedere l’autonomia in base alle proprie esigenze.