Mobilitazione di Fiab e Legambiente Verona contro il nuovo codice della strada di Salvini

Analisi critica delle proposte di riforma e la richiesta di un impegno maggiore per la sicurezza stradale

Fiab Verona e Legambiente Verona stanno sollevando la loro voce contro il disegno di legge governativo proposto da Salvini per la riforma del Codice della Strada, attualmente in esame al Parlamento. Queste due importanti associazioni, allarmate dalla potenziale direzione della riforma, hanno deciso di unirsi a una mobilitazione nazionale chiamata “Stop al nuovo Codice della Strage“, organizzata in collaborazione con la Fevr (Federazione Europa delle Vittime di Violenza Stradale), l’Aifvs (Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada), e la coalizione di associazioni #CITTÀ30SUBITO.

Le tragiche statistiche del 2023, provenienti dalla fonte Asaps, rivelano dati preoccupanti sul numero di vittime degli incidenti stradali in Italia. Nel solo Veronese, si contano 440 pedoni e 197 ciclisti, con una frequenza di uno ogni due giorni e uno al giorno, rispettivamente. Questi numeri superano notevolmente le statistiche della Germania e del Regno Unito.

Fiab e Legambiente criticano il progetto di legge governativo, sottolineando la presunta enfasi su interventi mirati all’immagine piuttosto che all’applicabilità pratica. Affermano che l’aumento delle sanzioni per comportamenti come l’uso del telefonino o la guida in stato di alterazione, sebbene importante, non affronta efficacemente la principale causa di incidenti: l’eccesso di velocità nelle aree urbane.

Le associazioni continuano a esprimere preoccupazione per il fatto che la riforma sembri ostacolare gli strumenti esistenti per promuovere la sicurezza stradale e la mobilità sostenibile, come le Zone a Traffico Limitato (Ztl), le Zone 30 e le innovazioni del Codice per la mobilità sostenibile (piste ciclabili, attraversamenti pedonali avanzati, doppio senso ciclabile, ecc.). Contestano anche disposizioni irrealistiche, come l’obbligo di mantenere una distanza di 1,5 metri dai ciclisti durante i sorpassi, ma solo “dove le condizioni della strada lo consentano”.

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