Cambia la sede della Preghiera dei Giovani: un segno di speranza in un momento difficile

Il vescovo di Verona presiede l'incontro mensile, spostato in un luogo simbolico dopo i recenti eventi drammatici

La Preghiera dei Giovani di venerdì 25 ottobre si terrà presso il Tempio Votivo, segnando una variazione rispetto alla consueta location nella Cattedrale. Questo appuntamento mensile di spiritualità e riflessione, promosso dal Centro di Pastorale Adolescenti e Giovani della Diocesi di Verona e guidato dal Vescovo Domenico Pompili, avrà luogo nella chiesa situata in piazzale XXV Aprile, proprio di fronte alla stazione di Porta Nuova.

Il cambio di sede, che segue il tragico evento della scorsa domenica che ha visto la morte di Diarra Moussa, assume un significato profondo: vuole rappresentare un simbolo di speranza, pace e luce in un momento di dolore e disorientamento.

Nella sua più recente lettera pastorale intitolata “Sulla luce”, il vescovo Domenico ha sottolineato: “In un tempo caratterizzato dall’oscurità causata dalle guerre e dalla violenza contro persone e ambiente, avverto il bisogno di raccogliere frammenti di luce. La notte del mondo si fa sempre più densa, ma non riuscirà a prevalere finché ci sarà chi saprà accogliere e diffondere la luce. Non è forse la Chiesa chiamata oggi, come in passato, a essere portatrice di luce attraverso le proprie azioni e il proprio esempio?”.

La Chiesa di Verona, insieme ai suoi giovani e al loro Pastore, ha scelto di “fare luce” con la preghiera, il silenzio e il raccoglimento, in una zona di forte marginalità come quella della stazione ferroviaria. Un gesto che va oltre polemiche e strumentalizzazioni, invitando tutti a riflettere su una domanda fondamentale: “Come può la Chiesa rispondere oggi alla chiamata del Signore ad essere una luce per il mondo, visibile agli uomini e alle donne del nostro tempo?”.

Questo gesto rappresenta un piccolo ma significativo passo verso il rinnovamento dell’impegno per la pace e il bene comune. Come ricordato da Papa Francesco durante l’evento Arena di Pace dello scorso maggio: “Le ideologie non hanno gambe per camminare, né mani per guarire le ferite, né occhi per vedere le sofferenze altrui. La pace si costruisce con i piedi, le mani e gli occhi dei popoli che lavorano insieme”.

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