Caluri, nuova proposta per la discarica di amianto: ridotte dimensioni e più tutele ambientali

Tecnoinerti presenta un progetto rivisto dopo il no della Regione. Previsti sistemi di impermeabilizzazione avanzati e fascia verde di protezione

Discarica di amianto

A Caluri, frazione di Villafranca di Verona, torna al centro del dibattito il progetto per la realizzazione di una discarica di amianto. Dopo la bocciatura da parte della Regione Veneto del piano iniziale, Tecnoinerti Srl ha depositato il 15 luglio una nuova proposta, ridimensionata nelle superfici e nei volumi.

Il progetto aggiornato prevede una fascia verde di 30 metri attorno a tutto il perimetro e una riduzione della superficie complessiva da 66.000 a 45.000 metri quadrati, con un abbassamento del volume conferibile da 420.000 a 312.000 metri cubi. La capacità annua di conferimento resta invariata, ma – spiega l’azienda – la minore capienza permetterà di accorciare i tempi di completamento.

Tra le osservazioni affrontate, quelle relative alla vicinanza con le falde acquifere. Tecnoinerti sottolinea che la Regione ha previsto una deroga al Piano Rifiuti solo per le discariche di amianto, in quanto l’amianto è insolubile e non rilascia inquinanti nelle acque. Monitoraggi effettuati in impianti analoghi – afferma la società – non hanno mai rilevato fibre disperse nell’aria né presenza di amianto nei percolati.

A supporto del progetto interviene Raffaello Cossu, professore emerito di ingegneria ambientale all’Università di Padova, secondo cui il pericolo legato all’amianto si manifesta solo in caso di dispersione aerea delle fibre, non quando il materiale è smaltito in impianti controllati. Cossu definisce queste strutture “strumenti salvavita”, ricordando che, secondo l’Istituto Superiore di Sanità, tra il 2010 e il 2020 in Italia sono morte 16.000 persone per esposizione a manufatti mai rimossi, non per la presenza di discariche autorizzate.

Il docente precisa inoltre che i rischi per le falde derivano da vecchie condotte in cemento-amianto o depositi abusivi, non da impianti progettati con doppi strati di argilla e membrane sintetiche.

Quanto alle alternative, Cossu evidenzia che tecnologie sperimentali come la termodistruzione al plasma risultano ancora troppo costose ed energivore, motivo per cui anche in Germania, Austria e Francia l’amianto viene gestito in impianti simili a quello proposto a Caluri.

Secondo Tecnoinerti, la nuova proposta risponde al fabbisogno regionale stimato in 55.000 tonnellate annue di rifiuti contenenti amianto, offrendo una soluzione locale per lo smaltimento sicuro.

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