L’inflazione continua a pesare sui bilanci delle famiglie italiane, soprattutto per quanto riguarda il comparto alimentare. Lo segnala Federconsumatori, che in una nota ufficiale sottolinea l’aumento generalizzato dei prezzi nonostante il tasso annuo resti stabile all’1,7%, secondo i dati Istat relativi al mese di luglio.
Il report evidenzia una dinamica contrastante tra beni energetici e servizi, con una forte diminuzione dei prezzi dei beni energetici non regolamentati (passati da -4,2% a -5,8%) e una crescita significativa per quelli regolamentati, che si attestano comunque al +16,7% dopo il +22,6% registrato in precedenza. Anche i trasporti, complici i movimenti stagionali, hanno visto un incremento dei costi (da +2,9% a +3,4%).
L’allarme sul carrello della spesa
Il punto più critico resta l’alimentare, con un’accelerazione nei rincari: +5,1% per i prodotti non lavorati e +3,1% per quelli lavorati, dati che portano l’indice complessivo del carrello della spesa al +3,4%, in crescita rispetto al mese precedente.
“Una crescita che colpisce duramente le famiglie più fragili”, avverte l’associazione, che sottolinea come gli aumenti nei beni di prima necessità aggravino le disuguaglianze sociali, specialmente in ambito alimentare. Secondo l’Osservatorio Nazionale Federconsumatori (O.N.F.), l’effetto complessivo dell’inflazione si tradurrà in una maggior spesa annua di oltre 535 euro a famiglia, di cui 190 euro solo per l’alimentazione.
Tagli, rinunce e sconti: le strategie delle famiglie
Il monitoraggio dell’O.N.F. rivela una netta riduzione nei consumi di carne e pesce, scesi del 16,9%, con un evidente spostamento verso prodotti meno pregiati. Aumentano anche i comportamenti orientati al risparmio: oltre la metà dei cittadini (51%) acquista prodotti in offerta o vicini alla scadenza, mentre la spesa nei discount cresce del 12,1%.
Le famiglie si adattano, ma i margini si riducono, mentre nuove incognite si affacciano all’orizzonte. Federconsumatori segnala infatti i possibili effetti dei dazi sull’agroalimentare, che potrebbero ulteriormente appesantire il quadro, penalizzando produzione interna e consumi.
Le richieste al Governo
L’associazione ribadisce la necessità di un intervento urgente da parte dell’esecutivo per contrastare i rincari e tutelare il potere d’acquisto. Tra le proposte avanzate, figurano:
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La rimodulazione dell’IVA sui beni di largo consumo, con un impatto stimato di oltre 516 euro di risparmio annuo per famiglia;
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L’istituzione di un fondo contro la povertà energetica;
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Misure concrete per affrontare la crescente povertà alimentare.
“Serve una risposta immediata a quella che rischia di diventare un’emergenza sociale”, conclude la nota. Il timore è che l’attuale situazione, se non governata, possa amplificare le disuguaglianze e compromettere ulteriormente il già fragile equilibrio economico di molte famiglie italiane.