Per l’anno 2025 i contributi statali destinati alle emittenti radiofoniche e televisive locali scendono da 130,2 a 111,6 milioni di euro, segnando un taglio netto del 14%, pari a 18,6 milioni di euro in meno rispetto all’anno precedente. A denunciarlo sono le segreterie nazionali di SLC-CGIL, FISTEL-CISL e UILCOM-UIL, che definiscono la misura “insensata” e potenzialmente devastante per l’intero settore dell’informazione locale.
Sindacati in allarme: “A rischio posti di lavoro e pluralismo”
I tre sindacati, con una nota congiunta, sottolineano come questo taglio non avrà un impatto significativo sui conti pubblici, ma potrebbe causare gravi ripercussioni sul piano occupazionale e informativo. Si tratta di un comparto che garantisce lavoro a migliaia di addetti, rappresentando un presidio territoriale fondamentale per il pluralismo dell’informazione, in particolare nelle aree meno coperte dai grandi media nazionali.
“Le emittenti locali sono già penalizzate dalla concorrenza dei grandi broadcaster e delle piattaforme internazionali di streaming, che sfruttano le infrastrutture italiane senza generare occupazione stabile né versare le imposte nel nostro Paese”, si legge nel comunicato.
Rischio per il rinnovo del contratto nazionale
Il taglio, secondo le sigle sindacali, arriva in un momento cruciale per la categoria, proprio mentre è in corso la trattativa per il rinnovo del Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro dell’Emittenza Radiotelevisiva Privata, in collaborazione con Confindustria RadioTv. Un taglio di questa portata, sostengono SLC-CGIL, FISTEL-CISL e UILCOM-UIL, potrebbe compromettere seriamente l’esito delle trattative, già complesse e delicate.
L’appello: “Serve un fronte comune con le imprese”
Alla luce di questi sviluppi, i sindacati propongono a Confindustria RadioTv di fare fronte comune, unendo le forze per chiedere al Governo il ripristino immediato dei fondi ai livelli del 2024. “L’obiettivo è bloccare questo taglio inaccettabile, che potrebbe portare a ricadute occupazionali molto serie e compromettere la qualità dell’informazione locale”, concludono le sigle confederali.
Un settore strategico per la democrazia e i territori
Le emittenti locali svolgono un ruolo insostituibile nel sistema informativo italiano, rappresentando una voce diretta delle comunità, capace di raccontare il territorio con linguaggi e prospettive che sfuggono ai grandi media. In un momento in cui il pluralismo è minacciato da processi di concentrazione editoriale e algoritmi globali, il sostegno pubblico rappresenta una leva fondamentale per garantire un ecosistema mediatico sano, diversificato e democratico.