Verona registra numeri preoccupanti in materia di sicurezza sul lavoro. Nei primi cinque mesi del 2025 sono stati segnalati 5.913 infortuni, di cui sette con esito mortale. Lo rileva l’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega di Mestre, che ha tracciato un quadro aggiornato delle denunce raccolte in tutta la regione Veneto. L’incidenza nella provincia scaligera si attesta su 11,5 morti per milione di occupati, leggermente sotto la media regionale (13,5), ma comunque superiore a quella nazionale (11,6).
Il Veneto è la seconda regione in Italia per numero di morti sul lavoro, con 38 decessi registrati da gennaio a maggio 2025, il doppio rispetto allo stesso periodo del 2024. Di questi, 30 sono avvenuti in occasione di lavoro e 8 in itinere. Preoccupante anche il dato relativo ai lavoratori stranieri, che rappresentano quasi la metà delle vittime totali (17 su 38), con 11 decessi avvenuti direttamente sul posto di lavoro.
Verona è la quarta provincia veneta per infortuni mortali, preceduta da Padova, Vicenza e Venezia, ma resta al secondo posto per numero complessivo di denunce. Solo Padova ha registrato più casi (6.074), seguita appunto da Verona con 5.913, Vicenza (5.616) e Treviso (5.435). Seguono Venezia (4.970), Belluno (1.171) e Rovigo (923).
Le attività più colpite dagli infortuni sul lavoro restano le manifatture, con 5.144 denunce, seguite dal settore delle costruzioni (1.767), dal commercio (1.532), dai trasporti e magazzinaggio (1.381) e dalla sanità (1.328). Il dato conferma la centralità del rischio nei comparti a maggiore incidenza fisica e operativa, dove la prevenzione e la formazione sulla sicurezza continuano a rappresentare un’urgenza.
Anche sul fronte di genere e cittadinanza emergono dati rilevanti: le denunce femminili sono state 10.453, di cui 8.383 in occasione di lavoro. Quattro le lavoratrici decedute, due in itinere e due durante l’attività. Gli uomini coinvolti sono stati 19.649, con 17.406 casi avvenuti direttamente sul luogo di lavoro.
Il presidente dell’Osservatorio, Mauro Rossato, sottolinea come il dato più allarmante sia proprio l’aumento delle morti “in occasione di lavoro”, più che raddoppiate rispetto al 2024. «I numeri restano negativi e indicano una criticità sistemica nella prevenzione e nella cultura della sicurezza, soprattutto in alcuni ambiti produttivi», ha dichiarato.
Il dato veronese si inserisce in un contesto regionale molto complesso: Vicenza ha il tasso più alto di mortalità (20,5 morti per milione di occupati), seguita da Rovigo (20) e Venezia (16,3). Verona con 11,5 mostra un rischio più contenuto ma comunque significativo, soprattutto se rapportato ai 7 decessi registrati.