Un laboratorio abusivo per la produzione di armi artigianali è stato scoperto nel centro storico di Verona dalla Polizia Locale, durante un’ordinaria attività di controllo sul territorio. L’indagine ha portato alla luce una rete illegale che realizzava taser elettrici e tirapugni in fibra di carbonio, fabbricati grazie a stampanti 3D e distribuiti a giovani e giovanissimi.
La vicenda, tra le prime di questo tipo in Italia, ha coinvolto diversi minorenni, fermati in possesso di dispositivi potenzialmente pericolosi, e ha acceso i riflettori su un fenomeno emergente che unisce tecnologia, illegalità e criminalità giovanile.
Trovati minorenni con armi stampate in 3D
Il primo campanello d’allarme è scattato quando due ragazzi sono stati fermati dalla Polizia Locale: uno di loro aveva un taser elettrico con funzione di deterrenza visiva e sonora, capace di emettere un arco elettrico, mentre l’altro era in possesso di un tirapugni.
Da queste identificazioni ha preso il via un’indagine più ampia, che ha portato alla perquisizione dell’abitazione di un terzo minorenne, dove sono stati trovati altri taser e tirapugni già pronti per essere immessi sul mercato. Il giovane è stato denunciato per detenzione abusiva di armi, mentre gli altri due sono stati segnalati alla Procura per i Minorenni di Venezia per porto ingiustificato di oggetti atti ad offendere.
Un fenomeno che coinvolge tecnologia e rischio penale
Le indagini hanno rivelato che le armi venivano prodotte in fibra di carbonio mediante stampanti 3D, una tecnologia sempre più accessibile e versatile, ma che in questo caso è stata impiegata per aggirare le norme sulla produzione e detenzione di armi improprie.
La Polizia Locale ha effettuato ulteriori accertamenti, individuando anche alcuni acquirenti, presso i quali sono stati recuperati altri dispositivi simili. Le forze dell’ordine hanno sottolineato che il semplice porto di questi oggetti fuori dalla propria abitazione può comportare conseguenze penali, anche se non si tratta di armi proprie nel senso giuridico stretto.
Un nuovo allarme per la sicurezza urbana
Questo caso rappresenta una delle prime segnalazioni in Italia di un uso illecito di stampanti 3D per la fabbricazione di armi destinate ai minori. Si tratta di un campanello d’allarme per le autorità, che devono ora confrontarsi con nuove frontiere della microcriminalità giovanile, favorita dalla facile reperibilità di tecnologie avanzate e materiali sofisticati.
Le forze dell’ordine invitano alla massima attenzione, sia da parte delle famiglie che delle istituzioni scolastiche, affinché venga contrastata la diffusione di dispositivi pericolosi camuffati da semplici oggetti artigianali.