Autovelox, tra multe e polemiche: i Comuni rispondono alle accuse di fare cassa

Nel Veronese migliaia di sanzioni, ma i sindaci rivendicano la funzione di sicurezza e trasparenza: “Se tutti rispettassero i limiti, non servirebbero”

Migliaia di verbali ogni anno, milioni di euro potenziali incassati, dubbi legittimi e accuse ricorrenti: gli autovelox continuano a dividere. In provincia di Verona, le postazioni fisse sono quattordici, e i numeri generati dal loro impiego sono impressionanti. Ma la domanda resta la stessa: servono davvero alla sicurezza o sono solo un modo per far cassa?

A Legnago, ad esempio, nel 2024 sono state oltre 11.600 le multe per violazioni al Codice della Strada, di cui più di 3.800 rilevate con il dispositivo di via Limoni. Il sindaco Paolo Longhi sottolinea che circa il 73% delle infrazioni ha superato i limiti solo di pochi chilometri, ma insiste sul fatto che la velocità media si è abbassata e gli incidenti gravi sono diminuiti. Gli introiti, poco meno di 200mila euro, rappresentano solo una parte del bilancio sanzionatorio cittadino.

Molto più rilevante è il quadro di San Giovanni Lupatoto, dove si stimano circa 30mila sanzioni annuali per un valore teorico superiore a 2,5 milioni di euro. Ma, come chiarisce il sindaco Attilio Gastaldello, tra mancati pagamenti, spese di notifica, gestione e personale, in cassa resta meno di un terzo. “Tutto ciò che incassiamo lo destiniamo alla manutenzione stradale”, spiega. Ma evidenzia anche un vuoto normativo preoccupante, tra sentenze contrastanti e una legge priva di regolamento attuativo da oltre trent’anni: “Serve una norma chiara o ci dicano di spegnerli”.

Anche a Villafranca l’autovelox non è un bancomat, ma uno strumento di intervento, ribadisce il sindaco Roberto Dall’Oca, che chiede più autonomia nella collocazione dei dispositivi in base alle segnalazioni dei cittadini. Qui, su un totale di 675mila euro di sanzioni, meno di 120mila provengono dal velox attivo sulla provinciale 26, con ricorsi ridotti al minimo. I fondi vengono reinvestiti su cigli stradali, caditoie e segnaletica. “Non vogliamo incassare, vogliamo prevenire”, afferma.

A Grezzana, intanto, l’autovelox è in arrivo. Lo annuncia il sindaco Arturo Alberti, che conferma l’installazione imminente sulla SP6, da anni teatro di eccessi di velocità. Nessuna esitazione: la sicurezza prima di tutto.

Dietro i numeri, i Comuni si difendono dalla percezione pubblica che li vede come “vampiri” del traffico, spesso alimentata da sentenze contraddittorie, costi occulti e tempistiche infinite nei recuperi coattivi. E mentre i cittadini lamentano le multe, i sindaci rilanciano: rispettare i limiti è l’unico vero modo per non pagare.

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