Scomparsa Clara Rossignoli: due tracce biologiche in un’auto, possibile svolta

Nel furgone di un conoscente della ex del nipote trovata una traccia di sangue: si attende il confronto genetico con il profilo dell’anziana

Clara Rossignoli

Dopo oltre quaranta giorni dall’ultima segnalazione della 79enne di Porto di Legnago, Clara Rossignoli, le indagini condotte dalla Procura di Verona si focalizzano su due reperti biologici, il cui esame genetico potrebbe rappresentare un punto di svolta nel caso, tra cui una traccia ematica rilevata all’interno di un furgone collegato a una persona vicina all’ambiente familiare della donna.

Il mezzo appartiene a un uomo legato sentimentalmente all’ex compagna del nipote di Clara, Mattia Nascimben, già indagato insieme a Erica Chiarion per omicidio volontario aggravato e occultamento di cadavere. Il materiale raccolto è stato affidato alla genetista Luciana Caenazzo, nominata consulente tecnica della Procura. Il conferimento dell’incarico è avvenuto nella mattina di domenica 26 maggio, e nel pomeriggio sono cominciati gli accertamenti nei laboratori forensi.

L’indagine, condotta con estrema discrezione dai Carabinieri del Nucleo operativo di Legnago e dalla Sezione investigativa scientifica (Sis) di Verona, ha acquisito un’importanza crescente, anche alla luce delle discordanti dichiarazioni rese da Nascimben e Chiarion sul rapporto con la pensionata e le dinamiche familiari all’interno della casa dove vivevano insieme.

Le tracce ematiche potrebbero fornire un primo elemento oggettivo per chiarire quanto accaduto nella notte tra l’8 e il 9 aprile, quando – secondo testimonianze – si sarebbe verificata un’accesa lite familiare legata al distacco dell’elettricità nell’abitazione di Porto. È proprio in quei giorni che il cellulare di Clara si è spento definitivamente, e che – come risulta dalle indagini – non si è più trovata traccia dei suoi effetti personali, come la borsa.

L’ultima persona ad averla vista sarebbe stata un barista del centro del quartiere, l’8 aprile. La scomparsa è stata però riferita dal nipote solo tre giorni dopo alla madre, mentre la denuncia formale è stata presentata il 14 aprile dalla figlia della donna, Marta Nardo, fatto che ha probabilmente compromesso la tempestività delle ricerche iniziali.

Intanto, i carabinieri hanno proceduto a perquisire l’abitazione del proprietario del furgone su cui è stata trovata la traccia di sangue, e lo hanno ascoltato in Procura. Per ora non risulta ufficialmente indagato, ma la sua posizione è oggetto di attenzione investigativa.

Gli investigatori proseguono a ritmo serrato, ma con massima cautela, nella speranza che il confronto del DNA possa finalmente offrire risposte nel caso di una scomparsa che si teme ormai conclusa tragicamente. Una vicenda che scuote profondamente la comunità di Legnago e che ora attende l’esito di un’indagine scientifica tanto attesa quanto decisiva.

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