Addio al baritono Alberto Mastromarino, voce verdiana dei grandi palcoscenici

Il cantante lirico e docente livornese si è spento a 61 anni: una carriera lunga quasi quarant’anni tra Verdi, Puccini e il repertorio verista

Fondazione Arena

Il mondo della lirica saluta Alberto Mastromarino, baritono di fama internazionale e docente di canto, scomparso domenica all’età di 61 anni dopo una lunga malattia. Figura inconfondibile per timbro e carisma scenico, Mastromarino ha attraversato quasi quarant’anni di carriera interpretando i grandi ruoli di Verdi, Puccini e del verismo nei teatri più prestigiosi del mondo.

Negli ultimi anni, aveva trasmesso la sua arte agli allievi del Conservatorio di Pavia, continuando a contribuire alla scena lirica anche attraverso l’insegnamento.

Una carriera iniziata nel segno di Verdi

Dopo la formazione con Paolo Silveri, il debutto avvenne nel 1987 al Teatro dell’Opera di Roma, nel ruolo di Amonasro in Aida. Questo personaggio avrebbe segnato l’intero arco della sua carriera, diventando uno dei suoi cavalli di battaglia, tanto da riportarlo spesso a Verona, dove fu protagonista continuativo tra il 2000 e il 2019 sia al Festival lirico dell’Arena sia nella stagione del Teatro Filarmonico.

Presenza costante a Verona: due decenni di grandi ruoli

Verona ha rappresentato uno dei centri più importanti della carriera di Mastromarino. Qui ha interpretato decine di ruoli in produzioni memorabili: Scarpia in Tosca, Tonio in Pagliacci, Alfio in Cavalleria rusticana, Sharpless in Madama Butterfly. La sua voce baritonale, densa e incisiva, ha saputo adattarsi a ruoli complessi sia vocalmente che drammaticamente, lasciando un segno profondo nel pubblico e nella critica.

Un interprete attento anche al repertorio meno eseguito

Mastromarino si è distinto anche per la sua disponibilità a valorizzare titoli rari o poco rappresentati, spesso trascurati dai circuiti principali. Tra le sue interpretazioni più apprezzate si ricordano:

  • Filarmonico, 2001: L’Amico Fritz di Mascagni

  • Arena di Verona, 2005: La Gioconda di Ponchielli nella produzione firmata da Pier Luigi Pizzi

  • Teatro Filarmonico, 2019: Adriana Lecouvreur di Cilea, nel ruolo di Michonnet, che fu anche la sua ultima apparizione veronese

Queste produzioni, alcune delle quali documentate da registrazioni audio e video, rappresentano l’eredità artistica di un interprete attento, generoso e versatile, capace di affrontare con naturalezza anche le pagine meno battute del repertorio operistico.

Il cordoglio della Fondazione Arena di Verona

Cecilia Gasdia, Sovrintendente della Fondazione Arena di Verona, ha espresso “il più profondo cordoglio” alla famiglia e agli amici, ricordando l’artista non solo per il suo spessore vocale e scenico, ma anche per la dedizione e la professionalità che hanno contraddistinto ogni sua apparizione a Verona.

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