Una giornata da segnare in agenda per l’università di Verona, che martedì ha ospitato Andrea Orcel, amministratore delegato di UniCredit e presidente della UniCredit Foundation, per un evento dedicato a uno dei temi centrali del dibattito sociale europeo: l’equità nell’istruzione. L’occasione è stata la presentazione dello studio “Oltre l’istruzione obbligatoria in Europa”, commissionato dalla Fondazione e curato dal professor Daniele Checchi.
Un’aula gremita per parlare di accesso alla formazione
L’incontro si è tenuto nell’Aula Magna del Silos di Ponente presso il Polo Santa Marta, alla presenza del rettore Pier Francesco Nocini, rappresentanti istituzionali, accademici e numerosi studenti. Al centro dell’iniziativa il tema dell’accessibilità all’istruzione superiore, affrontato con un taglio scientifico, istituzionale e operativo.
Il rettore Nocini ha illustrato i progressi dell’ateneo scaligero nell’inclusione, evidenziando l’aumento degli iscritti da 25.771 a 29.875 in sei anni, l’ampliamento della no tax area fino a 27.000 euro ISEE e l’incremento dei posti letto per studenti fuori sede, destinati a salire a 670 entro il 2026. Importante anche l’aumento dell’assistenza a studenti con disabilità e DSA, più che raddoppiati in quattro anni.
Le disuguaglianze in Europa: il quadro dello studio
Secondo i dati presentati da Checchi, in Europa le disuguaglianze di accesso all’università restano marcate. In Italia, ad esempio, oltre il 75% dei giovani del quartile più ricco prosegue gli studi universitari, contro meno del 40% di quelli più svantaggiati. Il sistema di orientamento scolastico precoce (educational tracking) penalizza fortemente gli studenti degli istituti professionali, e nei Paesi del Mediterraneo i tassi di abbandono universitario raggiungono il 50%.
Inoltre, persistono squilibri di genere nelle discipline STEM: mentre il 33,6% degli uomini sceglie percorsi tecnico-scientifici, solo l’8,5% delle donne fa lo stesso, preferendo in misura molto maggiore studi umanistici.
Uni.ON: il progetto per superare le barriere
Per contrastare questi divari, UniCredit Foundation ha lanciato Uni.ON – Accendi il tuo futuro, un programma da 1,5 milioni di euro che è partito a settembre 2024. Il progetto prevede:
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Selezione di 200 studenti, molti dei quali da famiglie a basso reddito o provenienti da istituti professionali;
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Percorso di orientamento e preparazione ai test universitari;
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70 borse di studio da 5.000 euro l’anno per tre anni;
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Mentoring personalizzato per favorire il successo accademico.
Le parole di Orcel: “Investire nell’istruzione è investire nella società”
Nel suo intervento, Andrea Orcel ha sottolineato il ruolo fondamentale dell’istruzione nel contrastare le disuguaglianze sociali:
“L’Europa ha un sistema educativo di eccellenza, ma le barriere socioeconomiche restano forti. Vogliamo abbatterle affinché il talento non sia ostacolato dal reddito”, ha dichiarato.
Ha anche ribadito l’impegno della Fondazione, che nel 2024 investirà quasi 30 milioni di euro in progetti educativi a livello europeo.
Il confronto tra accademia, imprese e istituzioni
A seguire, si è tenuta una tavola rotonda con rappresentanti di sei atenei italiani, tra cui Verona, Trento, Udine, Bolzano, Venezia e Padova. Il dibattito ha messo in luce la necessità di creare ponti tra istruzione professionale e universitaria, rivedere i curricula scolastici, introdurre strumenti di pianificazione finanziaria a lungo termine per le famiglie e rafforzare il mentoring universitario.
Le conclusioni sono state affidate al prorettore Diego Begalli, che ha ribadito l’impegno dell’ateneo scaligero a rendere l’università sempre più inclusiva e connessa con il mondo produttivo e sociale.