Verona, Ztl: le associazioni chiedono un approccio più flessibile e condiviso

Proposte da Barbieri, Esercenti Centro Storico e Locatur per una mobilità che tuteli residenti, attività e patrimonio urbano

Un modello urbano più equilibrato e attento alle esigenze del territorio. È quanto chiedono l’associazione Giuseppe Barbieri, la Corporazione Esercenti Centro Storico di Verona e Veneto Locatur che, con una nota congiunta presentata il 2 aprile, propongono una revisione del sistema Ztl di Verona introdotto lo scorso ottobre. L’iniziativa si inserisce nel dibattito sul Documento Preliminare del PAT (Piano di Assetto del Territorio), con l’obiettivo di favorire una gestione condivisa e inclusiva del centro storico, definito “parte fragile e in continuo cambiamento”.

Una visione condivisa e non imposta

Le associazioni promotrici hanno presentato il documento “Chiusura alle auto della Ztl e modelli urbani”, sottolineando la necessità di abbandonare le scelte calate dall’alto e aprire tavoli di lavoro multidisciplinari. Secondo i firmatari, ogni intervento sul centro storico dovrebbe partire dalla realtà quotidiana degli abitanti e degli operatori, piuttosto che da modelli preconfezionati estranei al contesto locale.

Le proposte: Ztl flessibili e mobilità integrata

Il documento suggerisce un “approccio bilanciato” alla Ztl, che tenga conto della vivibilità urbana e della vitalità economica del centro. Tra le proposte avanzate:

  • Ztl temporanee o parziali, con fasce orarie e regolamentazioni più dinamiche

  • Incentivi all’uso del trasporto pubblico e alla mobilità condivisa (car sharing, bici, monopattini)

  • Sistemi di mobilità integrata, in sinergia con le infrastrutture già esistenti

  • Promozione della Smart Land, un modello europeo che punta a coniugare sostenibilità, competitività e qualità della vita in ambito urbano e periurbano

Critiche al modello della “città dei 15 minuti”

Pur riconoscendone le buone intenzioni, le associazioni si sono espresse con prudenza verso il modello della “città dei 15 minuti”, ritenuto non facilmente applicabile ai centri storici italiani, come quello di Verona. Le criticità evidenziate riguardano:

  • La struttura urbanistica complessa

  • La cultura della mobilità privata ancora radicata

  • I costi elevati per adattare le infrastrutture

Verona, secondo i promotori, è già una città a “chilometro zero” per molti servizi essenziali. Il rischio è quello di introdurre modelli standardizzati che snaturano il tessuto urbano, invece di valorizzare l’identità storica e la funzionalità del territorio.

Una città sostenibile ma accessibile

Il documento invita a costruire una visione urbana “a misura di cittadino”, che favorisca:

  • Crescita creativa e coesione sociale

  • Tutela del patrimonio storico e del paesaggio

  • Libertà di movimento per residenti, turisti e lavoratori

  • Attrattività commerciale e turistica sostenibile

In questo senso, il modello della Smart Land rappresenterebbe una strategia europea più adatta a Verona, capace di unire efficienza e partecipazione in chiave moderna.

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