Negli ultimi due anni, il numero di città capoluogo di provincia italiane che hanno superato il termine massimo per il saldo dei debiti commerciali si è ridotto drasticamente. Nel 2024 solo il 13% dei capoluoghi (15 città) ha sforato il limite di 30 giorni dalla ricezione della fattura, una percentuale nettamente inferiore rispetto al 24% del 2023 (27 città) e al più preoccupante 41% del 2022 (ben 41 capoluoghi, oltre uno su tre).
A certificare questo miglioramento è uno studio del Centro Studi Enti Locali, che ha analizzato gli indici di tempestività di pagamento pubblicati sui siti ufficiali delle amministrazioni locali. Il dato più rilevante riguarda la riduzione del tempo medio di pagamento: da 29 giorni nel 2023 a 24 giorni nel 2024, mentre nel 2022 si attestava addirittura a 34 giorni.
Napoli in rimonta, ma Andria è la maglia nera
Tra i capoluoghi che hanno registrato un netto miglioramento spicca Napoli, che per anni è stata tra le città con i tempi di pagamento più lunghi. Nel 2024, il capoluogo partenopeo ha guadagnato tre posizioni, cedendo il primato negativo a Andria, che detiene il record con una media di 145 giorni per il saldo delle fatture – quasi quattro mesi oltre il limite stabilito dal Decreto Legislativo 231/2002. Seguono Vibo Valentia (87 giorni) e Caserta (70 giorni), confermando le difficoltà di alcune amministrazioni nel rispettare le scadenze.
Le città più virtuose: ecco chi paga più velocemente
Dall’altro lato, alcune città capoluogo dimostrano una gestione esemplare delle tempistiche di pagamento. Tra i comuni più efficienti, spiccano:
✅ Iglesias e Pistoia – Pagamenti medi in appena 6 giorni
✅ Grosseto – 7,7 giorni
✅ Verona – 8 giorni
✅ Cuneo – 8,6 giorni
✅ Torino – 10 giorni
✅ Belluno e Venezia – rispettivamente 10,8 e 10,9 giorni
Questi dati evidenziano un generale miglioramento nella gestione finanziaria delle pubbliche amministrazioni, pur evidenziando ancora differenze significative tra le città più efficienti e quelle in difficoltà. L’obiettivo? Una sempre maggiore puntualità nei pagamenti per garantire la stabilità economica delle imprese fornitrici e una gestione più trasparente delle risorse pubbliche.