Il Bacanal del Gnoco: storia, restaurazione e antiche tradizioni

Il Carnevale di Verona tra rievocazioni storiche, sfilate e una tradizione lunga oltre 500 anni

Bacanal del Gnoco

Il Carnevale di Verona è tra i più antichi d’Italia e affonda le sue radici nel tardo Quattrocento, rendendolo il terzo più antico del Paese, dopo quelli di Putignano e Fano. Il Bacanal del Gnoco, oggi simbolo della tradizione scaligera, è stato tramandato nei secoli con momenti di splendore e fasi di declino, fino alla sua restaurazione nell’Ottocento grazie all’archeologo e podestà Orti Manara.

Le origini: il Venerdì Casolaro e gli antichi festeggiamenti

Secondo una ricerca condotta da Claudio Bismara dell’Accademia di Agricoltura Scienze e Lettere, il Carnevale veronese ha origini ben più antiche di quelle comunemente attribuite al Venerdì Gnocolar del 1531. Documenti d’archivio dimostrano che già nel tardo Quattrocento, i frati di Santa Maria della Scala acquistavano dolci, arance e formaggio per festeggiare l’ultimo venerdì di Carnevale, noto come Venerdì Casolaro. Questa celebrazione segnava il passaggio tra il periodo natalizio e la Quaresima.

Il Baccanale dell’Abbondanza e i carri allegorici

Già nell’Ottocento, il corteo del Bacanal del Gnoco era animato dai carri allegorici delle corporazioni di arti e mestieri. Tra i più caratteristici vi erano:

  • Il Carro dell’Abbondanza, trainato da buoi, dal quale si gettavano pane e generi alimentari
  • I raffinatori di zuccheri e i droghieri, che lanciavano fazzoletti, gilet, arance, carrube e fichi secchi
  • I calderai, che distribuivano ciambelle
  • I macellai, che regalavano buoni per mezzo chilo di carne
  • I cavatori di pietra e i venditori di cotone e cuoio, che donavano materiali da lavoro

Durante il Bacanal del 1840, come testimoniato da un’incisione pubblicata su L’Arena, il fulcro della festa era un grande palco in Piazza San Zeno, dal quale venivano distribuiti gli gnocchi.

Gnocchi sì, ma senza patate

Contrariamente alla ricetta attuale, gli gnocchi del passato non erano a base di patate, introdotte in Italia solo nel XVIII secolo, ma venivano preparati con acqua e farina. In origine erano chiamati “macaròni”, termine che ha dato il nome alla festa.

La Restaurazione del Gnocco e il ritorno del Carnevale

Dopo il 1812, il Carnevale veronese entrò in crisi: la città affrontava difficoltà economiche e alcuni consiglieri proposero di tagliare i fondi destinati al Baccanale per completare la facciata della Gran Guardia. Nonostante le proteste dei sanzenati, negli anni successivi la festa perse importanza, fino a quando, nel 1838, il podestà Orti Manara promosse il suo rilancio.

Il 7 febbraio 1838, un manifesto pubblico invitò i cittadini a rendere il Baccanale più brillante e gioioso, riportandolo al suo antico splendore. 186 anni dopo, il Carnevale di Verona prosegue la sua tradizione, avvicinandosi alla 500ª edizione.

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