I casi di bullismo e cyberbullismo tra gli adolescenti sono in aumento, con segnalazioni sempre più frequenti nelle scuole italiane. Il fenomeno è aggravato dall’uso improprio dei social network e dalla difficoltà di molti giovani nel gestire le emozioni. Tuttavia, la crescente attenzione al problema e il lavoro delle scuole stanno portando più studenti a denunciare episodi di vessazione, rompendo il muro del silenzio che spesso proteggeva i bulli.
Il ruolo della scuola e degli esperti
Secondo la psicoterapeuta Giulia Carradore, specializzata in psicoterapia cognitivo-comportamentale, l’aumento delle segnalazioni è il segnale che le azioni di sensibilizzazione stanno funzionando:
«Molti ragazzi non si limitano più a essere spettatori passivi, ma riferiscono agli insegnanti e agli psicologi ciò che accade in classe, in cortile o sul pulmino».
Le scuole hanno un ruolo chiave nella prevenzione, come previsto dalla legge del 2017 sul bullismo, e stanno sviluppando strumenti concreti per affrontare il problema. L’Istituto Comprensivo di Cologna sta lavorando per ottenere la certificazione antibullismo, mentre quello di San Bonifacio l’ha già ottenuta cinque anni fa, consolidando procedure di intervento e instaurando un rapporto di fiducia tra studenti e psicologi.
Al Liceo Maffei di Verona, il preside Roberto Fattore ha introdotto il ruolo del counselor, una figura specializzata nel rilevare i segnali di disagio tra gli studenti, soprattutto nei primi anni delle superiori, considerati il periodo più critico.
Bullismo e disagio giovanile: i numeri in crescita
Il fenomeno del bullismo è strettamente legato a un generale aumento del disagio giovanile. Secondo i dati più recenti, negli ultimi dieci anni il numero di giovani seguiti dai servizi di neuropsichiatria infantile e adolescenziale è raddoppiato, arrivando a coinvolgere circa due milioni di ragazzi in Italia.
La dottoressa Carradore sottolinea che molti adolescenti non riescono a esprimere il proprio disagio a parole e sviluppano disturbi come:
- Ansia e bassa autostima
- Irritabilità e perdita di interesse nelle attività
- Alterazioni del sonno e dell’appetito
Uno dei fattori scatenanti è l’uso eccessivo e incontrollato delle chat e dei social media, che amplificano episodi di cyberbullismo e isolamento sociale. “La tecnologia non ci sta aiutando”, ammette la psicoterapeuta, invitando i genitori a monitorare le attività online dei figli per quanto possibile.
L’importanza della prevenzione e del dialogo
Per contrastare il bullismo, gli esperti consigliano di:
✅ Sensibilizzare gli insegnanti a riconoscere i segnali di disagio
✅ Educare i ragazzi all’empatia e al rispetto reciproco
✅ Promuovere il dialogo tra scuola, studenti e famiglie
✅ Favorire l’accesso a sportelli di ascolto con psicologi e counselor
Il fenomeno resta un’emergenza sociale, ma il fatto che sempre più giovani trovino il coraggio di denunciare è un segnale positivo. Il bullismo non si combatte solo con punizioni, ma con un’educazione alla consapevolezza e alla responsabilità.