Crisi geriatrica in Veneto e Trentino: solo 250 medici per 1,5 milioni di anziani

La carenza di geriatri espone gli anziani a rischi e ricoveri inadeguati. Le proposte della Sigg per un nuovo modello assistenziale in grado di rispondere alle esigenze della popolazione fragile

Geriatra con anziano

In Veneto e Trentino Alto Adige si registra una grave carenza di medici geriatri, a fronte di una popolazione di “over 65” che supera 1,5 milioni di persone. Secondo la sezione triveneta della Società Italiana di Gerontologia e Geriatria (Sigg), nelle due regioni sono attivi solamente 250 specialisti: 200 in Veneto e 50 in Trentino Alto Adige. Questo dato, emerso durante il Congresso regionale tenutosi a Venezia, mette in evidenza una criticità crescente nel rispondere ai bisogni di una popolazione anziana sempre più numerosa.

Nel dettaglio, gli over 65 in Veneto ammontano a circa 1,2 milioni, mentre in Trentino Alto Adige sono oltre 230 mila. Di questi, circa il 40% soffre di più patologie croniche e il 16% risulta non autosufficiente, richiedendo pertanto cure specifiche e continuative.

Nonostante l’impegno della Giunta veneta, che ha recentemente stanziato oltre 61 milioni di euro per potenziare i servizi di assistenza agli anziani più vulnerabili, il numero di geriatri si rivela ancora gravemente insufficiente. La presidente della sezione Sigg, Alessandra Coin, sottolinea come i modelli assistenziali tradizionali si siano dimostrati inadatti a soddisfare le complesse esigenze degli anziani, specialmente dei pazienti più fragili. Questa situazione si traduce spesso in un numero elevato di accessi al pronto soccorso e in ricoveri frequenti, talvolta inappropriati o prolungati oltre il necessario. Le strutture di accoglienza, già al limite, faticano a gestire tali pazienti, e anche le famiglie spesso non riescono a fornire adeguata assistenza a domicilio a causa della carenza di supporto.

In risposta a queste criticità, Andrea Ungar, presidente della Sigg, propone un modello innovativo di “ospedale senza mura“, un sistema di continuità assistenziale che prevede squadre mobili in grado di fornire diagnosi e cure geriatriche direttamente a casa del paziente, riducendo così la necessità di ricoveri. Coin sottolinea inoltre l’importanza di costruire una rete di assistenza tra ospedale e territorio, per garantire agli anziani fragili un supporto costante che risponda appieno alle loro esigenze quotidiane.

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