Le indagini sulla morte di Moussa Diarra, il migrante maliano di 26 anni ucciso a Verona, proseguono mentre si attende l’esito dell’autopsia. Diarra è stato colpito da un proiettile sparato da un agente della polizia ferroviaria dopo un’aggressione con coltello, secondo le ricostruzioni preliminari. L’episodio è avvenuto domenica mattina presso la stazione di Verona Porta Nuova, e ora si cerca di fare luce sui dettagli dell’accaduto attraverso perizie e analisi delle immagini di sorveglianza.
L’autopsia e l’indagine sull’agente coinvolto
La Procura ha avviato l’iter per chiarire le circostanze della morte di Diarra, affidando l’incarico a un medico legale per condurre l’autopsia. Al contempo, un esperto informatico è stato incaricato di analizzare il telefono dell’agente coinvolto, che è attualmente indagato per eccesso di legittima difesa. Secondo quanto riferito dalla Procura, l’indagine sull’agente ha l’obiettivo di esaminare le sue azioni all’interno del contesto dell’accaduto, proteggendolo eventualmente da responsabilità ingiustificate.
Il ruolo cruciale delle telecamere di sicurezza
Uno degli elementi centrali per ricostruire l’intera dinamica sarà l’analisi delle riprese delle telecamere di sorveglianza. Le autorità stanno lavorando per acquisire e visionare i filmati presenti nei pressi della stazione di Verona Porta Nuova. Le prime informazioni indicano che le immagini potrebbero mostrare Diarra in uno stato di forte agitazione poco prima dell’aggressione ai due poliziotti. Durante l’alterco, l’agente avrebbe esploso tre colpi con la pistola di ordinanza per difendersi.
Il fratello di Moussa Diarra, giunto da Torino, ha nominato un proprio consulente legale e un perito di parte per seguire da vicino gli sviluppi delle indagini e le operazioni autoptiche. Anche la famiglia della vittima, quindi, intende vigilare attentamente sul procedimento, che si prospetta cruciale per comprendere se la reazione dell’agente sia stata proporzionata all’aggressione subita o se ci siano gli estremi per configurare l’eccesso di legittima difesa.
Perizia balistica in arrivo
Oltre all’analisi delle telecamere, gli investigatori attendono una perizia balistica, che sarà determinante per comprendere la dinamica degli spari. L’obiettivo è chiarire con esattezza la traiettoria dei proiettili e se la risposta dell’agente sia stata conforme alle circostanze. La raccolta di questi dati fornirà ulteriori elementi per stabilire se l’azione dell’agente fosse necessaria o se vi siano responsabilità maggiori rispetto a quanto indicato finora.
Un’indagine complessa per chiarire i fatti
La vicenda ha sollevato interrogativi sul delicato equilibrio tra l’uso della forza da parte delle forze dell’ordine e la tutela della sicurezza pubblica. Le indagini, ancora in corso, si concentrano sull’accertamento delle responsabilità in un contesto che appare particolarmente complesso. Solo l’esito delle perizie fornirà una risposta chiara su quanto accaduto, determinando se l’intervento dell’agente possa essere considerato legittimo o se vi siano state violazioni.