Pedemontana Veneta: deficit di oltre 100 milioni in tre anni per la Regione

Nonostante l'aumento del traffico, soprattutto di camion, la Pedemontana Veneta non riesce a coprire i costi previsti, costringendo la Regione a sborsare oltre 100 milioni di euro nei prossimi tre anni.

La Pedemontana Veneta, una delle più grandi infrastrutture stradali recenti, si trova ad affrontare un bilancio pesante per la Regione Veneto. Sebbene il traffico lungo la superstrada sia in aumento, in particolare quello dei camion, non è ancora sufficiente a coprire i costi di gestione previsti dai contratti con il privato Sis, la società che ha costruito e gestisce l’infrastruttura. Nei prossimi tre anni, la Regione dovrà coprire un deficit di oltre 110 milioni di euro, come emerge dai documenti inseriti nel bilancio di previsione 2025-2027.

Pedaggi e canone in crescita
Il problema principale risiede negli accordi stipulati nel 2017, che prevedono che la Regione incassi i pedaggi, ma che debba pagare un canone annuale crescente alla società Sis. Nonostante le previsioni di incasso dai pedaggi siano in miglioramento, con 122 milioni di euro previsti nel 2025, 134,7 milioni nel 2026 e 147,2 milioni nel 2027, il canone da versare al privato è ancora più alto. Nel 2025, la Regione dovrà pagare 164 milioni a Sis, con un deficit di 42 milioni. Questo squilibrio si ridurrà leggermente nei due anni successivi, ma comporterà comunque una spesa extra di 37 milioni nel 2026 e 33 milioni nel 2027, per un totale di oltre 110 milioni di euro di deficit nel triennio.

Le origini del problema
La gestione finanziaria della Pedemontana è legata a un contratto stipulato quasi vent’anni fa, durante l’amministrazione Galan, che risulta essere particolarmente vantaggioso per il privato. La costruzione e la gestione della superstrada sono state finanziate con investimenti internazionali, e la Pedemontana, appena completata, ha iniziato a generare i propri ricavi solo recentemente, al contrario di infrastrutture come la A4, che si è già ripagata da tempo. Tuttavia, il traffico automobilistico sulla Pedemontana rimane inferiore alle aspettative, probabilmente a causa dei pedaggi elevati, ben più costosi rispetto ad altre autostrade, frenando il pieno sfruttamento della superstrada.

Il contenzioso con Sis
Un ulteriore elemento di incertezza è rappresentato dal contenzioso in corso tra la Regione e Sis. Gli accordi prevedevano che la Pedemontana fosse operativa già nel 2020, ma il ritardo nella sua entrata in funzione ha spinto Sis a richiedere un ricalcolo del canone dovuto, sulla base di una clausola di aggiornamento dei pagamenti inserita nei patti del 2017. La società ha già chiesto alla Regione un versamento aggiuntivo di 45,6 milioni di euro per il 2024. La questione è attualmente all’esame di un Collegio consultivo, insediato a fine luglio, che dovrà stabilire se il pagamento richiesto da Sis è legittimo. In caso di verdetto sfavorevole per la Regione, i calcoli per gli anni futuri potrebbero peggiorare ulteriormente, aumentando il peso finanziario a carico delle casse pubbliche.

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