I sindacati veneti dei pensionati, rappresentati da Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil del Veneto, esprimono una posizione cauta riguardo l’avvio della procedura annunciata dai rispettivi assessorati regionali alla Sanità, Sociale e Lavoro. La misura prevede l’assegnazione di un contributo a favore degli anziani non autosufficienti, finanziato attraverso un bando che attinge a fondi europei. Il totale stanziato è di 61,5 milioni di euro, che si tradurranno in un contributo di 400 euro mensili per 12.500 anziani, suddivisi tra 5.200 assistiti a domicilio e 7.300 residenti in strutture sociosanitarie. Gli anziani che potranno beneficiare di questa misura devono rispondere a determinati requisiti: un punteggio SVAMA di almeno 70 e un ISEE sociosanitario inferiore a 40.000 euro.
Per coloro che ricevono assistenza domiciliare, il contributo sarà destinato a supportare le attività quotidiane, indipendentemente dal fatto che l’anziano viva da solo o in co-housing. Invece, per i residenti nelle strutture, il sostegno coprirà i costi relativi alle prestazioni sociosanitarie e ai servizi di assistenza tutelare e alberghiera.
“Riconosciamo il valore della collaborazione tra assessorati, che ha permesso di impiegare anche i fondi del programma regionale FSE Plus 2021-2027, in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030 per il superamento delle fragilità sociali. Tuttavia, consideriamo questa iniziativa una sperimentazione, e ci auguriamo che possa essere estesa in futuro. Non possiamo, però, considerarla una soluzione definitiva, dato che si rivolge solo a 12.500 anziani, mentre in Veneto i non autosufficienti sono oltre 328.000″, affermano in una nota Nicoletta Biancardi (Spi Cgil), Tina Cupani (Fnp Cisl) e Debora Rocco (Uilp Uil).
I sindacati evidenziano anche un’altra criticità: “Iniziative di questo genere spesso presentano il limite del bando su richiesta, il che comporta il rischio che molti dei soggetti più fragili non vengano a conoscenza di questa opportunità. La Regione ha promesso una campagna informativa multicanale, con il coinvolgimento delle Ulss e sportelli dedicati, ma restiamo comunque preoccupati”.
Concludono auspicando che “l’esito dell’iniziativa venga valutato con trasparenza, anche se i nostri dubbi permangono sulla limitatezza del numero di beneficiari e sulla natura temporanea dell’intervento. Per affrontare seriamente il problema della non autosufficienza, servono soluzioni strutturali e continuative”.