Il dipartimento di Lingue e letterature straniere dell’Università di Verona ha introdotto una significativa modifica al percorso di laurea triennale, eliminando la tradizionale tesina finale. La riforma, che entrerà in vigore a partire dalla sessione di laurea estiva del 2025, prevede che gli studenti conseguano il titolo superando un esame scritto su uno degli insegnamenti del corso che abbia garantito almeno sei crediti formativi universitari.
Il cambiamento introdotto dal Collegio didattico di Lingue mira a marcare una chiara distinzione tra il percorso di laurea triennale e quello magistrale, in cui la tesi di laurea mantiene un peso rilevante. L’esame scritto sarà supervisionato da un docente-tutor assegnato allo studente e potrà assumere diverse forme, come una composizione, domande aperte o l’analisi di un testo. L’esame si terrà nei giorni precedenti la proclamazione e sarà valutato da una commissione composta da almeno due docenti. In caso di esito insufficiente, l’esame dovrà essere ripetuto.
La decisione di abolire la tesina di laurea ha suscitato un ampio dibattito, in particolare per le motivazioni legate alla crescente preoccupazione per l’uso improprio dell’intelligenza artificiale (IA) nei lavori accademici. Uno dei principali timori del dipartimento è che strumenti come ChatGPT possano essere utilizzati dagli studenti per creare elaborati finali, rendendo difficile valutare la genuinità e la capacità critica dei candidati. Sebbene esistano software per rilevare il plagio, al momento non esistono strumenti affidabili per determinare se un testo è stato scritto da un’IA, il che ha spinto l’Università di Verona a cercare soluzioni alternative per valutare le competenze degli studenti.
Gli studenti, tuttavia, non sono stati pienamente coinvolti nel processo decisionale e hanno espresso preoccupazione per la mancanza di fiducia che questa riforma sembra dimostrare. Secondo Adrian Nirca, rappresentante dell’Unione degli Universitari (Udu), la tesina di laurea è un’opportunità fondamentale per esercitare il pensiero critico e la ricerca, e sostituirla con un esame scritto appare come un tentativo di aggirare un problema percepito piuttosto che reale. Gli studenti, lamentano inoltre di non essere stati consultati adeguatamente prima dell’implementazione della riforma.