Negli ultimi dieci anni, la temperatura delle acque del Lago di Garda è aumentata di circa 1,5°C, segnando un incremento medio annuo di 0,15°C. Questo trend di riscaldamento, rilevato dall’Arpav, sottolinea una trasformazione significativa nell’ecosistema del lago, con potenziali implicazioni ambientali e biologiche.
Cambiamenti climatici in Italia: un quadro allarmante
Il rapporto di IlMeteo.it, realizzato per il Corriere della Sera, evidenzia come in Italia, soprattutto nelle pianure del Nord, le temperature medie annuali e i giorni di caldo estremo siano in costante aumento negli ultimi 40 anni. Allo stesso tempo, si registra una diminuzione dei giorni di gelo. La temperatura superficiale del mar Adriatico supera attualmente i 30 gradi, due in più rispetto alle medie stagionali, testimoniando ulteriormente il cambiamento climatico in atto.
Monitoraggio delle acque del Garda: i dati Arpav
L’Arpav effettua un monitoraggio mensile delle acque di balneazione del Lago di Garda, misurando i parametri microbiologici e chimico-fisici, tra cui la temperatura. Negli ultimi 11 anni, i dati di luglio mostrano un costante aumento della temperatura, con picchi di 26,8°C nel 2015 e 27°C nel 2022. Nel 2024, si è osservata una lieve controtendenza con un calo di 0,28°C rispetto alle medie, attribuito agli eventi meteorologici estremi che hanno portato elevate quantità d’acqua nel lago.
Impatto sul mescolamento delle acque e sull’ecosistema
Il professor Nico Salmaso, della Fondazione Edmund Mach, ha condotto uno studio sugli effetti del riscaldamento globale sui grandi laghi subalpini, incluso il Garda. La ricerca ha rivelato un aumento della temperatura dell’acqua tra zero e 50 metri di profondità di 0,03 gradi l’anno tra il 1991 e il 2018. Questo incremento termico ostacola il mescolamento delle acque, favorendo il deposito dei nutrienti inorganici sul fondo, che potrebbe portare a un’eutrofizzazione, causando la proliferazione algale e il calo di ossigeno, impattando negativamente flora e fauna.
Conseguenze del riscaldamento sul periodo riproduttivo dei pesci
Il cambiamento climatico influisce anche sui cicli riproduttivi dei pesci, spesso posticipandoli. Le ondate di caldo prolungate durante l’estate non hanno effetti immediati significativi sul Lago di Garda, tranne che per alcune fioriture algali superficiali o la formazione di schiume dovute alla decomposizione naturale. Tuttavia, l’inerzia termica del lago, con un volume d’acqua di quasi 50 chilometri cubi e tempi di ricambio teorici tra 26,8 e 28 anni, rende le variazioni di temperatura rilevanti soprattutto nel lungo periodo.
Conclusioni e prospettive future
L’incremento delle temperature nel Lago di Garda rappresenta un chiaro indicatore degli effetti del cambiamento climatico. Il monitoraggio continuo e la ricerca a lungo termine sono essenziali per comprendere appieno le implicazioni ambientali e per sviluppare strategie di mitigazione e adattamento. La collaborazione tra enti locali, come l’Arpav, e istituti di ricerca, come la Fondazione Edmund Mach, è fondamentale per affrontare le sfide future e preservare l’ecosistema del lago.