Il più recente studio pubblicato da Opus, la serie editoriale promossa dall’Osservatorio di Veneto Lavoro focalizzata sulla demografia, rivela significative mutazioni nel panorama lavorativo della regione, influenzate dall’invecchiamento della forza lavoro. Negli ultimi decenni, si è registrato un incremento notevole nella quota di lavoratori ultra cinquantacinquenni, che ha visto un aumento del 60% in dieci anni.

Parallelamente, il numero di assunzioni di lavoratori maturi è triplicato, passando da 37.000 nel 2013 a oltre 94.000 nel 2023, con una notevole frequenza di contratti a tempo indeterminato. Il tasso di occupazione tra i cittadini di età compresa tra 55 e 64 anni è ora di quasi sei su dieci, mentre per la fascia 65-74 anni, l’occupazione è aumentata dal 6,9% nel 2013 al 9,9% nel 2022.

L’estensione delle carriere e il ritardo nel ritiro dal lavoro sono tra le dinamiche che hanno rafforzato la partecipazione al mercato del lavoro. Tra i lavoratori che perdono il lavoro dopo i 55 anni, il 50% riesce a ricollocarsi entro un anno, un aumento rispetto al 35% del 2013, con cifre ancora elevate per gli over 64.

Nonostante l’impatto del progressivo invecchiamento, l’uscita di scena delle generazioni del baby boom, nate tra il 1959 e il 1971, prevede ulteriori cambiamenti nel prossimo decennio. Questo lascia spazio alle nuove generazioni che non solo entreranno nel mercato del lavoro, ma contribuiranno a ridurre l’età media dei lavoratori.

Le generazioni nate dopo il 2009, insieme a quelle degli anni Sessanta e Settanta, che hanno beneficiato di una formazione più estesa, saranno determinanti nel plasmare un mercato del lavoro rinnovato. Con un bacino di lavoratori potenzialmente più piccolo ma più istruito, e un innalzamento delle competenze, in particolare quelle digitali, il mercato del lavoro veneto si troverà di fronte a sfide e opportunità inedite nel facilitare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro.