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Aumento della tassa di soggiorno a Verona, controversie e dibattiti accesi

Il Comune propone un incremento fino al 30% per compensare l'aumento della Tari, ma le opposizioni protestano per le possibili ripercussioni sul turismo.

A Verona si accende una vivace controversia riguardante l’aumento della tassa di soggiorno, proposto dall’amministrazione comunale guidata dall’assessore ai tributi Luisa Ceni. L’intento è quello di compensare l’incremento fino al 9,6% della Tassa sui rifiuti (Tari), come imposto dall’Arera, l’Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente. Il Comune prevede un incremento dell’introito dalla tassa di soggiorno che potrebbe variare tra 1,5 e 2 milioni di euro, di cui circa un milione sarebbe destinato a mitigare l’onere della Tari per i cittadini.

Durante un incontro con rappresentanti del settore ricettivo, tra cui albergatori e gestori di locazioni turistiche, l’assessore Ceni ha comunicato che l’aumento della tassa di soggiorno non supererà il 50 centesimi, massimo un euro per notte. Questo, secondo il Comune, sarebbe in linea con il regolamento dell’imposta di soggiorno, che permette di destinare una parte del gettito alla copertura di altri costi, come quelli della raccolta rifiuti.

Tuttavia, le reazioni non si sono fatte attendere. Esponenti dell’opposizione, come Patrizia Bisinella di Fare, insieme ad Anna Bertaia e Antonio Lella della Lista Tosi, hanno espresso forte dissenso. Criticano l’amministrazione per utilizzare l’aumento della tassa di soggiorno come soluzione a presunte difficoltà finanziarie, nonostante il bilancio comunale mostri un avanzo. Sottolineano, inoltre, che un tale incremento farebbe salire la tassa di soggiorno di Verona a livelli comparabili a quelli di città come Roma, Venezia o Firenze, potenzialmente danneggiando la competitività turistica della città.

In risposta, l’assessore Ceni ha rassicurato che l’aumento mira solamente a compensare parzialmente l’aumento della Tari, negando qualsiasi difficoltà finanziaria del Comune. Ha anche ricordato che i turisti che soggiornano per cinque notti a Verona pagheranno la tassa di soggiorno solo per quattro notti, come incentivo.

Il dibattito si intensifica mentre il Comune cerca di bilanciare le necessità finanziarie con la vitalità del settore turistico, fondamentale per l’economia della città.

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