Aggressione ad agente transgender: arrestato ultras del Trento, ai domiciliari con braccialetto elettronico

Il gip riconosce la pericolosità sociale del tifoso, coinvolto nell’aggressione avvenuta fuori dallo stadio ‘Bramasco’ il 14 febbraio

Arresto

Uno dei tre ultras del Trento ritenuti responsabili dell’aggressione a un’agente di polizia in transizione di genere è stato arrestato dalla Polizia, su disposizione del giudice per le indagini preliminari. I fatti risalgono alla notte tra il 14 e il 15 febbraio 2025, nei pressi di un bar situato vicino allo stadio “Briamasco” di Trento. La vittima, una donna transgender di 53 anni, in servizio presso la Questura di Verona, era stata ferita gravemente al volto, riportando lesioni giudicate guaribili in 30 giorni.

L’aggressione e le indagini della Digos

Secondo quanto ricostruito dalla Digos di Trento, l’aggressione sarebbe scaturita da un movente transfobico, sebbene non sia stato ancora formalmente confermato. L’attività investigativa ha incluso testimonianze dirette, l’analisi di immagini di videosorveglianza e altri riscontri audiovisivi. Gli inquirenti hanno delineato un quadro accusatorio solido, ritenuto valido dal giudice, che ha disposto gli arresti domiciliari con l’applicazione del braccialetto elettronico per uno dei tre coinvolti.

Profilo dell’arrestato e misura restrittiva

Il tifoso arrestato si distingue, secondo la Procura, per una spiccata pericolosità sociale, motivata da condotte violente anche successive all’episodio in questione. Descritto come di indole aggressiva, l’uomo ha alle spalle altri episodi ritenuti pregiudizievoli per l’ordine pubblico. In virtù di ciò, il gip ha ritenuto necessaria una misura cautelare più severa rispetto agli altri coindagati, pur lasciando gli accertamenti ancora in corso.

Oltre agli arresti domiciliari, è stato emesso nei suoi confronti un Daspo della durata di cinque anni, che gli impedirà l’accesso agli impianti sportivi in occasione delle manifestazioni calcistiche.

Le condizioni della vittima

La poliziotta, che non presta più servizio a Trento da oltre un decennio, ha ricevuto una ventina di punti di sutura in seguito all’aggressione. Le sue condizioni fisiche, seppur gravi, non sono risultate tali da richiedere il ricovero, ma le conseguenze psicologiche dell’episodio restano da valutare. La prognosi rilasciata dai sanitari è stata di 30 giorni.

Il procedimento resta aperto

Il procedimento penale è ancora in fase preliminare e si attendono ulteriori sviluppi, inclusi gli accertamenti sulla posizione degli altri due ultras coinvolti.

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