Aumento Tari nel Veronese, tassa sui rifiuti salirà del 9,6% in autunno

La misura colpisce principalmente il bacino nord a seguito del recupero dell'inflazione; opposizione a San Martino Buon Albergo

Con l’arrivo dell’autunno, i residenti di 58 comuni nel Bacino Nord di Verona dovranno prepararsi a un incremento significativo della Tari, la tassa sui rifiuti. Quest’anno, la tariffa subirà un aumento medio del 9,6% rispetto al 2023. Il rialzo è stato ratificato dal Consiglio di Bacino Verona Nord e i pagamenti sono previsti in due rate, una a settembre e l’altra a novembre.

L’aumento si inserisce in un contesto di adeguamento obbligatorio agli incrementi dei costi inflazionistici degli ultimi anni, come richiesto dall’Arera, l’autorità di regolazione nazionale. Nonostante gli sforzi del presidente del bacino Verona Sud, il sindaco di San Giovanni Lupatoto Attilio Gastaldello, per contenere gli aumenti, questi ultimi non sono ancora stati definiti con precisione.

Tuttavia, il Comune di San Martino Buon Albergo si è distinto per la sua opposizione, rifiutando di approvare il Piano economico e finanziario 2024-2025 che prevede tali aumenti. Il sindaco Giulio Furlani ha messo in luce come a San Martino si preveda un incremento medio del 9%. La proposta comunale mira a mitigare parzialmente l’impatto degli aumenti utilizzando fondi comunali, una mossa che, seppur non annullerà l’aumento, ne ridurrà le conseguenze per i cittadini.

Il presidente del Bacino Verona Nord, Alberto Mazzurana, sottolinea che l’incremento era inevitabile a causa dell’inflazione significativa accumulata negli ultimi quattro anni durante i quali le tariffe sono rimaste invariate. Mazzurana suggerisce anche che l’autogestione del servizio di raccolta e smaltimento potrebbe offrire un controllo più efficace dei costi, promuovendo una riflessione sulla possibile istituzione di una società interna per il futuro.

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